Alcuni membri dell’APPC Toscana, attentissimi alla coerenza con l’antropologia cristiana, collaborano con il Seminario Arcivescovile di Firenze e il Redemptoris Mater di Scandicci per favorire nei seminaristi una cultura aperta al contributo delle scienze psicologiche e psichiatriche...

...perché questi possano fare preziose esperienze di lavoro interiore, dialogo e confronto (contro una diffusa tendenza all’autoreferenzialità, al difensivo arroccamento in sé  e alla pretesa di essere autosufficienti e non bisognosi di costante illuminazione) focalizzati su una conoscenza di sé (in particolare tramite una valutazione psicodiagnostica e, eventualmente, un itinerario di sostegno e crescita, fatti in presenza di una libera, convinta e cordiale collaborazione, nel rispetto del diritto all’intimità), come esseri umani con una dimensione pulsionale, aggressiva e affettivo-sessuale da ordinare e integrare sempre meglio, con debolezze, difficoltà, fragilità, resistenze consce e soprattutto inconsce che impediscono di allargare l’area della propria libertà. Questo lavoro viene svolto anche in gruppo (in particolare tramite gruppi sul genogramma e sulla gestione dell’ira), per promuovere inoltre le abilità di schietta condivisione, ascolto empatico (e non centrato su se stessi), proficuo confronto, mediazione e counselling. 

La motivazione, la sincerità e l’impegno profusi in queste esperienze raccomandate dai formatori sono ulteriori indici di quella maturazione umana e intellettuale richiesta per diventare diaconi e presbiteri. Si richiedono infatti sufficiente conoscenza di sé e disponibilità al confronto e alla fatica della ricerca della verità (su se stessi in primo luogo), accettazione sostanzialmente serena degli aspetti positivi e negativi del proprio carattere, sincerità nel dialogo con gli educatori, sostanziale equilibrio affettivo-sessuale e libertà di chiedere aiuto laddove opportuno; libertà da eccessi di instablità emotiva, da forti dipendenze affettive e da rigidità, resistenze e chiusure nel guardare efficacemente al mondo intimo, emotivo e pulsionale, proprio e altrui.