La Chiesa nutre “profondo rispetto”, stima, benedice e incoraggia la “nobile missione” dello psicologo e dello psichiatra. 

 (da METAPSICOLOGIA CATTOLICA)

Per quanto riguarda l’aspetto psichico, la Chiesa riconosce come esso e come le sue leggi possano essere oggetto di studio anche della psicologia e della psichiatria. La Chiesa crede infatti che la psicologia moderna meriti “in generale l’approvazione dai punti di vista religioso e morale”[1], in quanto i suoi studi contribuiscono a spiegare “in profondità l’attività umana”[2] . La Chiesa nutre “profondo rispetto”, stima, benedice e incoraggia la “nobile missione” dello psicologo e dello psichiatra[3]. La Chiesa ritiene che lo “lo studio razionale e sperimentale dei fenomeni psichici, della loro patologia specialmente e della loro conseguente terapia” sia un “mezzo indispensabile e preminente” per camminare sulla via della carità umana e cristiana16.

   “Va apprezzato quanto queste scienze moderne hanno fatto e fanno per chiarire i processi psichici della persona, sia consci che inconsci, nonché l’aiuto che danno, mediante farmacoterapia e psicoterapia, a molte persone in difficoltà. Le grandi ricerche compiute e la notevole dedizione di tanti psicologi e psichiatri sono certamente lodevoli”[4].

     “A voi, pertanto, va il mio plauso e incoraggiamento, a voi …che con appassionato impegno vi dedicate allo studio del nobilissimo e profondissimo tema della mente umana… È infatti per voi motivo di fierezza, e per noi tutti di ammirazione, evocare le grandi e ardite conquiste, realizzate in questo secolo, nella progressiva conoscenza della psiche umana. Il campo sconfinato delle neuroscienze - dalla neurobiologia alla neurochimica, dalla psicosomatica alla psiconeuroendocrinologia - offre alla ricerca la possibilità di avvicinarsi in modo particolarmente penetrante alla soglia del mistero stesso dell’uomo… Con l’apporto convergente della moderna farmacologia, della medicina, della psicologia e della psichiatria si sono, peraltro, messe a punto terapie dai risultati lusinghieri e di sempre più vasta applicazione”.

     Tuttavia lo stesso papa, negli stessi interventi da cui sono stati tratti gli ultimi due passi riportati, precisa la necessità filosofica ed etica che tali discipline rimangano onestamente sempre aperte alle altre dimensioni umane, compresa quella spirituale:

“Non si può non riconoscere che le scoperte e le acquisizioni nel campo puramente psichico e psichiatrico non sono in grado di offrire una visione veramente integrale della persona, risolvendo da sole le questioni fondamentali concernenti il significato della vita e la vocazione umana[5]. Certe correnti della psicologia contemporanea, tuttavia, oltrepassando la propria specifica competenza, si spingono in tale territorio e in esso si muovono sotto la spinta di presupposti antropologici” discutibili. Di qui, ossia dall'ostinata assenza di “dialogo fra le scienze psicologiche e quelle metafisiche nonché etiche”17, la psicologia si erge ingannevolmente a “scienza della vita”. “Per studiare la mente non si potrà mai trascurare l’intera verità sull’uomo, nella sua compatta unità di essere fisico e spirituale; pur muovendosi su base sperimentale la vostra ricerca non potrà ignorare questa seconda e qualificante dimensione. …Auspico che il vostro studio e la vostra ricerca su questa nobilissima parte dell’uomo abbiano sempre di mira la persona nella sua integralità, poiché nulla di essa può essere interamente salvato, se l’obiettivo non è la totalità del suo essere”18. Ancora: “Nessuna adeguata stima dell’uomo o dei requisiti per il compimento umano e il benessere psico-sociale possono essere fatti senza rispetto per la dimensione spirituale e capacità per l’auto-trascendenza dell’uomo” [6]. “Nessuna genuina terapia o trattamento per i disturbi psichici potranno mai essere in conflitto con l’obbligo morale del paziente di perseguire la verità e di crescere nella virtù[7]. Questa componente morale del compito terapeutico pone grandi domande sugli psichiatri, che devono essere impegnati nel raggiungimento di un più adeguato possesso della verità delle loro proprie vite e nel dimostrare un profondo rispetto per la dignità dei loro pazienti”[8].

      La Chiesa si augura che ci siano “nuovi fecondi sviluppi”16 nell’incontro fra psichiatria, psicologia e antropologia cattolica, e ritiene “urgente”19 il dialogo costruttivo tra scienza e fede cattolica “nell’interesse a diffondere una luce più grande sul mistero dell’uomo nella sua pienezza”. “E’ da incoraggiare ogni sforzo nella preparazione di esperti nelle varie scienze umane che promuovono una reale integrazione tra il messaggio cristiano ed il vero ed incessante progresso delle ricerche scientifiche, condotte secondo i criteri di una corretta autonomia”[9]

 

[1]Pio XII Discorso al Congresso Internazionale dell’Associazione di Psicologia Applicata a Roma 10 Aprile, 1958

[2]Costituzione pastorale sulla chiesa nel mondo contemporaneo “Gaudium et spes”.

[3]Paolo VI Discorso ai partecipanti al convegno “Psichiatria e problemi dello spirito” 2 dicembre 1963.

[4] Giovanni Paolo II nel Discorso ai membri del tribunale della rota romana del 5 febbraio 1987.

[5]Lo si intenda pure anche nel senso di “vocazione al proprio benessere spirituale e integrale”.

[6]Giovanni Paolo II Discorso ai membri dell’American Psychiatric Association 4 gennaio 1993

[7]Si intenda pure virtù morale, tesa al bene altrui e al bene comune.

[8]Giovanni Paolo II Discorso in occasione della V Conferenza internazionale su «La mente umana» 17 novembre 1990.

[9] Cfr. Giovanni Paolo II in un Discorso ai membri del Tribunale della Rota Romana del 5 febbraio 1987.