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Entusiasmante e rivoluzionario. Ecco come la maggioranza dei presenti, tra cui diversi psicologi e psichiatri, ha descritto il convegno che si è svolto il 4 maggio nell’Aula Magna del Seminario Maggiore, sul rapporto tra religiosità, spiritualità, salute e psicologia clinica.

Le lezioni magistrali di uno dei maggiori esperti a livello internazionale, il prof. Kenneth Pargament, invitato dall’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici, hanno davvero colpito per chiarezza, incisività e spessore scientifico.

La grande maggioranza delle persone nel  mondo crede in Dio o ha comunque un’esperienza di spiritualità. Negli ultimi venti anni nell’ambito psicologico e psichiatrico l’interesse clinico ed accademico per la relazione fra spiritualità, religione e salute (mentale) è andato aumentando, producendo evidenze scientifiche che dimostrano come spesso la qualità di vita, il benessere e l’esperienza spirituale/religiosa sono correlati.  Le maggiori associazioni di psicologi e psichiatri si sono deontologicamente espresse in modo simile perché la dimensione religiosa del paziente venga sempre  autenticamente rispettata e promossa alla luce del suo potenziale benefico.  E’ importante che gli operatori della salute maturino forme appropriate per muoversi in questo delicato ambito, senza scadere in forme di negazione, sottovalutazione o perfino  svalutazione della dimensione religiosa del paziente.  Dal 2006 il 70% (più di cento) delle Scuole di Medicina negli USA e in Canada hanno corsi (obbligatori per il 70%) su spiritualità, religione e salute.

Il primo evento in Italia, di alto spessore scientifico, che prende spunto dall’ingente e recente letteratura scientifica sul potenziale salutare di certa religiosità e spiritualità, e dalla rilevanza che tali evidenze assumono nelle professioni sanitarie (mediche e psicologiche) e nel volontariato. Il Prof. Pargament è un’autorità mondiale in questo campo.   

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